Impegnarsi decisamente perchè le attese umane siano soddisfatte in tutto il loro spazio._____ Cristo non è venuto nel mondo per mettere in croce gli uomini, ma per andarci lui.__________ "Siate fautori della Civiltà dell'Amore" (S.S. Giovanni Paolo II)- AMA, E FAI CIO' CHE CREDI
martedì 26 gennaio 2010
Questo è per me l'AMICIZIA
La mia vita ed il mio cuore sono sempre aperti per te, queste orecchie possono ascoltare qualsiasi cosa in ogni momento.
Anche questi occhi hanno accumulato tante lacrime per piangere con te.
Quando sei gioioso non c'e' bisogno di parlare, io lo capisco vedendo il tuo viso; invece quando senti tristezza, solitudine o hai voglia di allontanarti, parla con me di queste cose.
Carico sulle mie spalle la metà del peso della tua sofferenza andiamo avanti insieme questa e' la nostra strada, fino a quando continuerà la nostra amicizia...
un forte abbraccio a tutti.
Paolo
IL VALORE DEL BENE COMUNE PER UN NUOVO MONDO
Questo scritto in merito alla Crisi finanziaria mondiale che attanaglia ancora oggi la nostra Italia ed alla necessità e volontà di rivedere tutti gli schemi che regolano la Vita Comune.
Io invito tutti a riappropriarci del bene comune per cambiare il sistema in cui viviamo.
Cambiare l’ottica da consumatori e azionisti, a semplici cittadini.
Cambiare l’ottica da cultori di interessi personali e privati, a promotori del bene comune, per costruire un nuovo modo di vivere insieme.
Queste sono le mie idee per uscire da questa crisi Sociale, Umana e Finanziaria.
Ritengo che l'attuale sistema è fondamentalmente un mondo per pochi, nel quale la persona umana è ridotta a "risorsa umana", al pari, per esempio, della risorsa petrolio.
Il tempo e lo spazio sono frantumati e ridotti a variabili di costo e di profitto, mentre i diritti umani e sociali, universali ed imprescrittibili, sono svuotati di contenuto, considerati reversibili e negoziabili e trasformati in "bisogni vitali".
Ritengo importante analizzare questo momento di crisi e pensare che cosa fare per costruire un mondo diverso e, se possibile, migliore.
Il sistema costruito negli ultimi trent'anni è frutto di decisioni prese negli anni Settanta e Ottanta.
Penso, per esempio, all'eliminazione dei controlli sui movimenti dei capitali, all'autorizzazione dell'espansione dei paradisi fiscali, ecc.
Questo sistema “sballato” era stato presentato come la formula più avanzata e organizzata dell'economia capitalistica di mercato globalizzata.
Ebbene questo sistema, presentato anche come il sistema più efficiente dell'utilizzazione delle risorse del pianeta per soddisfare i bisogni della popolazione mondiale, si è rilevato, con i fatti, un fallimento totale.
L'idea di "sviluppo infinito" promesso e proposto dall'economia attuale, veicolato da termini come anytime (in qualsiasi momento) e anywhere (dovunque) quali simbolo della capacità di azione permanente ed illimitata, mostra drammaticamente i suoi limiti e coincide anche con il crollo di molte illusioni relative a logiche di Vita Comune.
In questa crisi, le regole adottate negli ultimi trent'anni ,oggi possono diventare elementi di rottura e di fragilizzazione. Tutti i Paesi,tentano disperatamente di resistere. Ma lo fanno, forse, nel modo sbagliato cedendo a decisioni temporanee e non strutturali.Tutti i Paesi devono rispondere alla crisi strutturale di un sistema che ha contribuito, lui stesso, a fare crescere.
In un sistema come il nostro, è probabile che le soluzioni vere ed efficaci di trasformazione del sistema, non saranno adottate. Perlomeno a corto termine. Perché è la logica del sistema che deve prima trasformarsi.
Ormai siano alla logica “SI SALVI CHI PUO’”
Dopo una prima fase in cui tutti hanno evidenziato la gravità della situazione, convinti però sotto-sotto di poterne uscire abbastanza velocemente, l'esame di realtà non ha più potuto essere rimandato.
I politici hanno dovuto riconoscere che la crisi è davvero molto grave e che non ce l'avrebbero fatta, mantenendo le soluzioni politicamente accettabili dai sistemi dominanti.
Davanti ad una situazione così, la logica del 'ciascuno per sé' e del 'si salvi chi può', si è fatta largo in maniera forte.
In un contesto in cui l'Unione europea (Ue) si è dimostrata molto debole e in cui ogni paese tenta di uscirne con il minor numero di piume spennate, gli Stati che non sono poi così innocenti rispetto a queste cose, tentano di tenere a galla il sistema finanziario, che a sua volta tenta disperatamente di salvare se stesso.
Insomma, invece di cambiare profondamente, la finanza e l'industria continuano ad affermare "ce la faremo". Ma ce la faranno a fare cosa? A ristabilire le cose di prima? A riproporre le stesse dinamiche? In verità è che il ripiegamento su se stessi e il disperato tentativo di salvare le proprie penne (imprese, industrie, sistema energetico), è legato all'assenza di un accordo comune.
E non c'è accordo non perché ogni paese è governato da persone col solo scopo di gestione del proprio interesse economico personale, ma perché i principi sui quali il sistema si è sviluppato, impedisce ai nostri governanti di essere responsabili nell'interesse generale. Dunque, ripeto, BISOGNA CAMBIARE MENTALITA’.
Dalla competitività alla cooperazione
In un sistema che fa fatto della competitività la sua bandiera e della concorrenza sfrenata un valore assoluto, cambiare rotta è un'impresa difficile. Come si fa a pretendere che ora tutti diventino cooperativi?
Non è fattibile, ma è però possibile avviare davvero un processo di cambiamento, che deve iniziare da noi.
E' ora che torniamo ad essere cittadini, e non consumatori o piccoli azionisti.
Il capitale ha coltivato l'illusione che tutti potessero accedere alla ricchezza rapidamente.
Ma a lasciarci le penne non sono mai i grandi gruppi, che giocano con le cifre rosse, ma i piccoli, rigorosamente al verde.
Il principio dei beni comuni, del rispetto del prossimo, della solidarietà, dei servizi essenziali alla vita individuale e collettiva, è fondamentale. I beni comuni rinviano all'idea dell'insieme dei principi, delle istituzioni, delle risorse, dei mezzi e delle pratiche che permettono a un gruppo di individui di costituire una comunità umana.
Una comunità capace di assicurare il DIRITTO AD UNA VITA DEGNA A TUTTI, così come la loro sicurezza collettiva, rispettando la diversità, promuovendo la solidarietà, stilando un nuovo patto con le generazioni future, avendo cura della sostenibilità globale del Pianeta
Un Vero e Sincero abbraccio
Paolo Iorio
SCRIVO A TE..........
Scrivo a te,che pensi di sapere tutto riguardo la sofferenza,le delusioni e il dolore.
Scrivo a te,perché conosco il tuo rancore,la tua disperazione,il senso di smarrimento e solitudine,la paura e l'angoscia.
Scrivo a te,perché non comprendo la tua presunzione,la tua curiosità e i tuoi modi di pensare quando mi consideri lo "Sfortunato". Perché io conosco i miei limiti e i limiti del debole che vive vicino a me,ma detesto i tuoi sguardi di compassione superflua e la tua curiosità ostentata della quale faccio volentieri a meno.
Scrivo a te,che vorresti mollare,che vorresti chiudere e buttare la chiave,che non accetti la tua croce, perché vorresti poterti donare un pò di pace,di serenità e sano conforto.Vorrei dirti di rialzarti,di riprendere il cammino,di respirare a pieni polmoni quest'aria di VITA.
Scrivo a te,che non hai ancora capito che la diversità non deve essere emarginazione, ma valore, che il debole può diventare forte,che la croce può diventare VITA.
Scrivo a te,che predichi per le strade il bene gratuito e pubblico che elargisci trascurando il bisogno nell'intimità della tua casa.
Scrivo a te,che hai smesso di sorridere alla vita,dimenticandoti che il sorriso è Amore e dona più di quanto possa costare.
Scrivo a te ,che amo, perché tu ci sei e non mi abbandonerai mai, perché mi dai serenità,tranquillità e pace,perché in te ho trovato un porto sicuro e ringrazio Iddio di averti incontrato sul mio cammino.
Scrivo a te,che odio per la tua mediocrità,la falsità dei tuoi sentimenti,il senso di onnipotenza che ti porta a pensare di avere sempre dalla tua parte la verità.
Scrivo a te,che mi hai donato la vita,per ringraziarti di non avermi mai abbandonato,di avermi accettato e amato in tutti i momenti della mia esistenza. Di avermi affiancato nel cammino della vita, dove ho corso,ho camminato, ho inciampato,ma grazie anche al tuo aiuto mi sono rialzato.
Scrivo a te,che con fraterno amore mi sei vicino facendomi da specchio:riflettendo i pregi e i difetti che porto con me nella quotidianità dei miei giorni.
Scrivo a te,a cui ho donato la vita,perché sei la mia luce,la parte migliore di me. Sei i miei momenti "no", ma sai essere anche i miei migliori momenti"si".Ringrazio di averti avuto e prego Dio, perché possa fare il possibile affinché tu possa avere il padre migliore che potevi immaginare.
Attraverso questo scritto ho voluto manifestare un pò di emozioni,perché da sollievo scrivere i propri pensieri,e perché sento la necessità di comunicare un pò con tutti: con chi soffre e con chi a volte involontariamente fa soffrire.
Si impara qualcosa da tutti,le esperienze insegnano e temprano,anche quando sono brutte esperienze; sono convinto che ognuno di noi sia fautore della propria fortuna con la sopportazione,la sollecitudine e la volontà do sopravvivere.
Qualcuno di noi forse non ha vissuto un anno perfetto,ma ce ne sono stati?
E' mai esistito un anno in cui l'amore,la salute e la fama che desideravamo si siano presentati?
Eppure nonostante le delusioni impariamo a tirare avanti.......a fare sempre meglio....a illuderci che verranno tempi migliori e se continueremo a illuderci chi può dire che l'anno perfetto non sia dietro l'angolo ?!
Queste semplici parole,le ho scritte con il cuore e spero facciano breccia nei cuori di tutti coloro che si sentiranno chiamati in causa leggendole.
Un forte abbraccio
Paolo
Paolo….ma perché???..ma lascia perdere…non pensarci..
Mi soffermo su questa sua esternazione…lo guardo…e gli dico: “Ora ti spiego cosa vuol dire essere una persona sensibile”….
Una persona sensibile, vive, suo malgrado un rapporto spirituale diretto, e per questo, non si chiede di cosa apprendere da tale sensibilità, ma cosa costruire con un dono così importante.
Poter attingere all’onniscienza significa ascoltare e prepararsi a conoscere i problemi altrui in modo di poter intervenire nella giusta misura con grande responsabilità, questo a favore di tutte le richieste d’aiuto e per la crescita del nostro mondo.
Ricercare l’”invisibile” non significa soddisfare una semplice curiosità, ma prendere coscienza, entrare in sintonia con le anime delle persone che vivendo con te, con te dividono gioie e dolori continuamente, e questa alleanza se non è gestita con equilibrio, può diventare un difficile rapporto che influenza il libero pensiero.
Questo fa capire che non è un privilegio, ma uno stato di vita, qualcosa che hai dentro e che ti trascina sempre e a tutti i costi, quel prurito che ti fa grattare la dura scorza dell’indifferenza e dell’ingiustizia, l’infinita volontà che sostiene deboli e indifesi, e che ti gratifica solamente quando le cose prendono la giusta via o, quando vedremo dall’ambiente spirituale, il nostro operato terreno.
Ecco il vero costo, il giusto prezzo per soddisfare questa scelta di vita, che non è protagonismo, ma solamente amore.
Un abbraccio...da un convinto illuso
Paolo
LE COSE VERE DELLA VITA cercate di assimilarne il concetto...difficile?..no...saggio!
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi: 'E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?'
L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: ''Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei'.
Dovetti trattenere le lacrime...Avevo la pelle d'oca e pensai: 'Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita'.
Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
Spero condividerai questo messaggio con qualcuno cui vuoi bene, io l'ho appena fatto.
La vita non é una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.
Sii più gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qualche sorta di battaglia
un abbraccio
Paolo
come è morire?..come prepararsi a tale evento?
Una delle grandi curiosità che mi vengono spesso rivolte è questa:
"Paolo, tu che hai avuto modo di sapere, com’è morire?
E come pensi sia il modo adeguato per prepararsi a questo momento?
Quando saremo richiamati alla casa del Padre, sarà un gran giorno per noi.
Lasceremo il nostro corpo, come un manichino vuoto, tra le mani di chi piange e, spinti dai sentimenti d’amore da una parte, pungolati dai risentimenti dall’altra, seguiremo in punta di piedi il nostro spirito-guida che amorevolmente ci conforterà e ci introdurrà nel nuovo mondo.
Qui, in silenzio, metteremo i nostri doni sulla soglia di quella casa e busseremo in cerca di perdono, di pietà, di comprensione, in attesa che quella porta, forse, si apra.
Proprio li, in quel momento di raccoglimento e preghiera verremo confortati da una improvvisa gioia, ritroveremo tutti quelli che abbiamo disperatamente pianto in vita credendoli perduti per sempre.
Sarà una grande festa, esalteremo l’amore che ci univa e da questa grande gioia saremo distratti solo dal dolore che si alzerà da chi rimane in lacrime.
Ecco cosa fanno meditare queste due vite parallele che si uniscono continuamente da sentimenti opposti, quando piange una parte, gioisce l’altra, così perpetuando.
Ma torniamo al momento della morte.
Non sarà uguale per tutti il modo del trapasso...le differenze saranno in base al tipo di morte.
Chi arriverà da una lunga malattia, lo farà con un sospiro di sollievo, finalmente guarito.
Chi arriverà da incidenti, disastri, terremoti, non lascerà il suo corpo allo stesso modo: la morte violenta o traumatica avrà bisogno di un sostegno particolare, facendogli capire che la sua prova è finita, che il suo passaggio doveva lasciare un solco profondo d’amore.
E come rispondere alla domanda "come prepararsi a questo momento?"
Sicuramente bisognerebbe costruirlo dalla nascita, pezzo per pezzo; daremmo così corpo a quel mosaico che diventerebbe il vero scopo della vita.
Dovremmo cominciare col chiederci più spesso cosa è la nostra vita, dove ci porta, a chi serve.
Cosa si aspetta da noi Dio, quali prove troveremo sulla nostra strada, quante sofferenze per arrivare all’amore, quante volte alzeremo gli occhi per chiedere aiuto?
Chissà se mai capiremo il disegno Divino, se riusciremo col mettere a frutto tutto quello che ci verrà dato, chiederci spesso come mai le malattie e i dolori sono parte importante della vita e più importante ancora il sollievo del miracolo.
Inutile, all’ultimo attimo, chiedere perdono di tutti i fallimenti.
Come potremmo farci perdonare ciò che farebbe rabbrividire noi stessi?
Come vedete, sono infinite le strade che portano alla morte, una soltanto per arrivare a Dio.
Un forte abbraccio a tutti
Paolo
Si vis bellum para pacem "Chi aspira alla pace, prepari la guerra"
E' una idea dinamica, un processo.
Che va intuito, strutturato in modello, sperimentato, corretto di continuo, generalizzato, ri-corretto (specie se funziona, e crea condizioni nuove), orientato, pilotato, in caso anche fermato e comunque sempre criticato (e ascoltato).
Simmetricamente il circolo vizioso prende piede come una malattia, alberga e si diffonde più facilmente in ferite aperte, diventa sistemico, infetta, produce situazioni più degradate che a loro volta alimentano il degrado.
Qui le cure variano dagli antisettici (dall'acqua di mare pulita fino agli antibiotici più avanzati, alle chemioterapie - si spera sempre più mirate -, agli agenti biotecnologici e in futuro alle bombe selettive nanotech, fino alla vecchia, precisa e triste chirurgia asportativa, oggi nobilitata dai laser ad alta precisione, guidati da modelli Rmn ad alta definizione).
Ma la sostanza sempre quella è.
Un circolo vizioso, biologico o sociale, si diffonde.
Agenti e azioni correttive la combattono e cercano di eliminarla.
L'Organismo, in definitiva, ne esce indebolito.
Se guarisce ha bisogno di tempo e di esercizio (convalescenza) per ricostituire equilibrio e cellule nuove e sane.
Cellule nuove e sane.
E altamente attive, virali nel senso migliore.
Ricostruttive.
Oggi le conosciamo, si chiamano staminali.
Tutti noi le possediamo, e gli individui più giovani in misura maggiore.
Massimamente gli organismi pre-umani, gli embrioni (ma qui un tabù, giusto o sbagliato, è stato posto da antiche etiche impaurite...).
Creando un paradosso, mi pongo una semplice domanda.
Abbiamo delle staminali oggi nel corpo sociale?
E se sì, come attivarle e diffonderle, in senso ricostruttivo, per ridurre e cicatrizzare antiche ferite, per isolare e sconfiggere infezioni sistemiche, per rafforzare il sistema immunitario sociale.
E di più, per ricostituire un Organismo, un corpo collettivo, più robusto, armonico e sano?
E infine, massima ambizione, perchè questo Organismo si riproduca in generazioni future altrettanto robuste, sane, capaci di tenere testa alle sfide dell'evoluzione e della Vita?
Direte che sono matto.
Avete ragione.
Anche Menenio Agrippa, il saggio romano della sua povera, austera, dialogante, sanguinosa, combattente, felice e virtuosa epopea di piccola Repubblica, lo era, in parte.
Oggi, sono a cercare di ritrovare un po' di sezione aurea, di senso delle proporzioni.
Dopo anni di lavoro , alle caldaie di una nave italiana che perde velocità, e sovente pure rotta.
Non riesco più a trovare questo senso delle proporzioni, questi alberi e queste notti di silenzio e di nuvole e luna.
Non sento l'armonia silenziosa che dovrebbe guidare ogni pensiero. E metterne a frutto i risultati
Quali staminali abbiamo? Quali cellule autoriproduttive, correttive e ristabilenti?
Vediamo.
Non mi interessa fare ideologia o e-deologia.
So che oggi, in tante città d'Italia, per fare banalissimi parcheggi si finisce, nel caso migliore, per creare cooperative di cittadini utenti dei parcheggi stessi.
Banale. Direte. Non poi così tanto. Nelle condizioni date.
Ovvio, poi, il successo e l'andamento di queste dipende dalla qualità della gestione, dall'impegno che i partecipanti ci mettono.
Ma il bene condiviso parcheggio è comunque generatore immediato di valore d'uso, per chi prima era costretto a parcheggiare in strada, ostruendola e con i vari rischi connessi.
Quel parcheggio rende al cittadino che ne è investitore, partecipe in gestione e controllore.
Secondo fenomeno:dati del Censis: Il 68,6% degli italiani ha aiutato persone in difficoltà; il 59,2% ha versato soldi ad associazioni di volontariato; il 50,5% ha acquistato prodotti dopo aver verificato che non inquinassero e/o che fossero realizzati nel rispetto dei diritti dei lavoratori senza lo sfruttamento del lavoro minorile; il 26,6% ha svolto attività di volontariato; il 20,8% ha partecipato a progetti di adozione a distanza; il 16,7% ha partecipato a campagne a favore di temi etici (come, ad esempio, l?abolizione della pena di morte); il 14,2% a campagne di boicottaggio di prodotti di aziende che si ritiene assumano comportamenti non etici; ed il 4,8% ha aperto conti in un banca etica o acquistato fondi etici.
Questi, in sintesi, i risultati di un?indagine Censis ? Fondazione Ozanam/De Paoli, su un campione di 1.300 famiglie, che ha evidenziato quanto sia forte negli italiani la propensione all?altruismo e alla solidarietà.
Terzo fenomeno. In questo momento abbiamo il 35% degli italiani che bene o male, in qualche modo condividono uno spazio digitale pubblico e aperto, questo. Poco, tanto? Non lo so. So che ancora nel 1998 era di uno o due ordini di grandezza più piccolo.
E che oggi fa gola ai soliti pescecani.
Oggi basta un click per comprare un'azione sui mercati finanziari del pianeta, basta un altro click per leggere una relazione di un consiglio di amministrazione, e un'altro paio per aprire al riguardo una discussione. Con altri azionisti e non. Fino a decidere un'assemblea, anch'essa digitale.
Democrazia elettronica deliberativa, attiva, così la chiamo. E questi strumenti, se costruiti seriamente, possono funzionare. E anche meglio che nell'Italia reale. Di oggi, e di sicuro meglio dell'Italia delle Parmalat e delle Cirio.
A che serve una Fabbrica del Programma se poi, sul più bello, la si chiude?
Possiamo essere tutti leoni (a parole) come cittadini, ma se poi all'atto pratico ti piazzano là un comitato, con una gentile signora a presiederlo e tutto composto di economisti e ragionieri di partito, amministratori locali o centrali e funzionari, questi cosa tendono a partorire?
Chi li ha titolati a decidere per Noi? Non ci era stato promesso il contrario?
C'è uno solo di loro che ha fatto una cooperativa di cittadini?
Uno che si è sporcato le mani e la testa con la rete, al di là delle solite brochures unidirezionali?
Uno che ha voglia e coraggio di scommettere su una rete di cittadini?
Boh.
Questi economisti, funzionari e amministratori hanno un mandato di partito e devono adempierlo.
E devono stare sul classico, nel migliore dei casi.
Per loro un progetto di sviluppo è spostare soldi da un punto all'altro del corpo sociale. Usando la (poca) finanza pubblica muovibile.
Il mondo, per loro, è fatto di scatole: Stato, ministeri, enti locali, banche, aziende, corporazioni. Noi sovente veniamo catalogati con un termine (che ritengo) spregiativo: consumatori. Oppure come lavoratori, imprenditori o giovani.
Quasi mai come cittadini sovrani. Anzi, mai.
Per me (ma credo anche per Voi) anche grazie a questa rete, e a questi volontari e cooperanti (non Unipol) il mondo, dal 1994 ad oggi, è più connotato di persone, di identità, di storie, di ragionamenti, di scommesse, di gente magari che viene da lontano (disperata) e qui potrà fiorire, con Noi.
Spostiamo scatole, spostiamo soldi, nazionalizziamo, statalizziamo a favore magari di dipendenti privilegiati, di funzionari e di politici?
Trent'anni di Partecipazioni statali sono stati, ahimè, una scuola severa.
L'Alitalia ce lo ricorda, ad ogni (finto) suo aumento di capitale ed adesso il suo boom.
E' quindi accettabile un programma economico concentrato solo sulla redistribuzione dei redditi, magari su qualche formula obsoleta, e non sulla creazione di nuovo valore per gli italiani?
Sposto tasse da qui a là e quindi incentivo pinco e disincentivo pallo.
Aiuto con un po' di risorse quello svantaggiato e comprimo un po' l'avvantaggiato, o meglio, l'evasore e il furbo.
Benissimo, non ci piove.
Ma lo sviluppo?
Questo ci tirerà fuori dall'impoverimento e dal declino?
Nel 1996-2001 questo non è successo, nonostante un buon recupero di evasione, manovre fiscali ben fatte (oddio, tutto è relativo, ma facendo il confronto con il successore di Visco...), l'Euro e tante audacissime privatizzazioni monopolistiche.
Pochi hanno studiato la storia economica dal 1885 al 1930. Pochi hanno capito che il movimento di base italiano fu allora una straordinaria forza produttiva e di inversione di un ciclo tremendo di povertà, di fame, di morte.
Pochi sanno l'origine delle banche popolari, delle cooperative operaie, delle mutue d'aiuto reciproco, delle società per la lotta all'analfabetismo, delle case del Popolo, delle associazioni agricole e della casse di risparmio rurali.
Dei carretti pieni di libri che facevano il giro delle cascine, per far leggere i bambini.
E dei preti con le scarpe sporche di fango.
Oggi, giorno della purezza dello spirito (femminile e materno) della Natura, mi pare il caso di rievocare questi nostri amati fantasmi.
Quello spirito, che creò valore per tanti italiani, sembra perso.
2008-2013: dobbiamo aspettarci di andare avanti, al più di tre caselle nel gioco dell'oca nazionale, recuperandone magari una in più sul disastro combinato dalla banda bassotto?
Un'altro quinquennio di stagnazione ma, stavolta, un pochino più equa, con le scatole rimesse in ordine e spostate di quei tre decimillimetri possibili (nella situazione data)?
Spostare scatole quando il castello di carte traballa, quando i poteri sono addossati uno sull'altro a proteggersi è difficile e pericoloso.
Togli una scatoletta e viene giù tutto.
E allora si torna alle guerre di mafia, di camorra e ndrangheta (sull'ultima già ci siamo), alle lotte finanziarie per il feroce controllo di scatole vuote, ma di monopoli e feudi pieni, alle silenziose cariche a spada sguainata (e portafoglio) dei lobbisti in Parlamento, agli emendamenti sotterranei. Insomma al solito tran-tran dell'Italia da strategia della tensione.
E insieme Palude.
C'è un'alternativa al deja vu?
C'è qualche esperimento, esperimentuccio possibile?
Vediamo. Il sistema italico non funziona.
In teoria il corpo sociale dovrebbe produrre reddito, in parte consumarlo, in parte risparmiarlo e investirlo e così riprodurre la produzione e il reddito.
Il sistema non crea nuovo capitale, nè privato nè, soprattutto, sociale.
E reddito reale sempre meno.
Si sta mangiando il patrimonio.
Lavorare si lavora, personalmente non faccio altro da che avevo 20 anni e non ho mai smesso.
Pure adesso.
L'Italia è piena di precari, garantiti, piccoli imprenditori, funzionari, banchieri e bancari, operai di diversa lingua e colore, insegnanti, preti, casalinghe, volontari, pensionati consulenti, guardie del corpo e del portafogli, faccendieri e affaccendati.
Quasi tutti lavorano.
Quasi tutti male.
Quasi tutti non credono in quello che fanno.
Pochi lavorano sopa una carrozzina, troppo pochi.
Quasi tutti hanno paura del futuro. E se ne sentono espropriati.
Il volontariato, sulla realtà, sulla rete, sulle relazioni, sulla propria vita interiore, è cresciuto in questi 13 e passa anni di stagnazione.
Il popolo italiano, almeno in una sua buona fetta, ha risposto così alle ferite del passato e alla depressione del presente.
Le staminali sociali reagiscono così alla paura e alla palude. Fecero esattamente così quando c'era la pellagra e la fame.
Ma c'erano anche dei cristiani risorgimentali ancora in giro, socialisti e non.
Mica male, direi.
Qualcosa abbiamo, almeno in potenziale.
Però il volontariato non può essere la risposta stabile.
E' anch'esso fragile e subordinato alla crisi del sistema.
Possiamo però connettere questa tendenza, in massima parte onesta, pulita e guaritrice, anche alla creazione di sviluppo concreto?
Francamente non lo so.
Non sono un profeta ma un libero pensatore.
Ma io ci proverei lo stesso. Che cosa abbiamo da perdere?
Banche che ci spennano e non investono in nulla, se non nei loro grandi debitori (che poi siedono nei consigli di amministrazioni di quelle stesse banche).
Conflitto di interesse, direte. Ma è la norma di furbolandia.
Posso dire di no al mammasantissima di turno, che con i miei soldi ha comprato le mie azioni.
E' un debitore? Io sono un banchiere? Presto soldi, i risparmi dei miei clienti, a chi li mette al lavoro oppure finanzio i miei azionisti di riferimento? Qualunque vaccata facciano...boh.
Intanto spenno i cittadini e le piccole imprese, i muli dell'Italia che non funziona.
Quelli che trainano un vagone con le gomme a terra.
Ma perchè, invece di scuotere il traballante castello di scatole vuote (dentro cui, malauguratamente tengono in ostaggio i nostri risparmi), non lo rendiamo irrilevante? E intanto lo apriamo all'Europa?
Oddio, vendono Telecom Italia all'odiato straniero. Allarmi! Vendono l'Antoneveneta al micidiale olandese. All'armi! Che cosa abbiamo da perderci? Qualche truffa in meno?
Qualche prestito in più che diventa investimento (magari pure etico) e non favore.
Qualche titolo in più di azienda nuova, magari fondata da ex-precari, su cui investire e partecipare.
Qualche cooperativa (vera).
Qualche nuovo bene pubblico.
Qualche scossa positiva nel sistema depresso.
Perchè non creare un'economia alternativa e concorrente, un'economia nuova e sana, basata su di Noi?……Ucciderebbe la vecchia?……Ma scherziamo?
Con tutti gli analfabeti, di andata e di ritorno (tivvù) e di potere portaborse che abbiamo, volete che Furbolandia perda di colpo tutte le sue oceaniche e granitiche clientele?
No, al massimo potremo (e sarebbe il meglio, guerre occulte varie docent) dolcemente e pacificamente sgretolarlo, mummificarlo (ovvero mostrarlo qual veramente è), divertirci a vederlo annaspare di fronte a soggetti esteri un poco più moderni.
E ricavarne benefici.
Fino alle onorate e non rimpiante esequie.
Possiamo costringerlo a cambiare, con nostri vantaggi e benefici.
Che possono servirci a investire e a creare il nostro (nostro) futuro, sul circuito alternativo di risparmi-investimenti-nuov
Una rete di public companies, diverse. Come Grameen con il suo microcredito ha cambiato per sempre ogni terapia alla povertà.
I posti di lavoro (si dice così in sinistrolandia) che perderanno! Oddio! I meravigliosi call center, gli eccitanti scantinati e soffitte dei precari, i potenti uffici pubbliche relazioni (con i potenti), i nani, le ballerine.....sono già gusci vuoti, avrai un futuro lavorando a Capitalia o alla Popolare di Lodi o alla Unipol?
Forse, nel migliore dei casi, potrai ambire a non avere un avviso di garanzia alla fine della tua luminosa carriera.
Meglio un'altra strada…cerchiamola facendola.
Un abbraccio
Paolo Iorio
Andiamo sempre peggio...
Purtroppo tutto questo non da risultati positivi?
Anzi, in questo ultimo secolo l’uomo sembra dominato da una grande fragilità e si trasforma in personalità, moralmente ,deludenti.
Ritengo che tutto ciò che viene manipolato dall’uomo inizia con sani principi, poggia su regole equilibrate e, quasi sempre , inspiegabilmente finisce per degenerare.
Questo succede perché non si vuole capire che la vita è uno sforzo continuo alla ricerca del proprio essere.
Scoprire e trovare la propria personalità significherebbe inserire le regole e poi lasciare che il nostro carattere si formi.
I dogmi della religione, la politica, le leggi divine e dell’uomo, sono tutte cose che ognuno di noi dovrebbe saper interpretare e applicare con maggior giudizio basandosi soprattutto sulla propria personalità, sulle proprie doti, e sulle proprie forze.
Il fallimento di una gestione personale, l’inapplicabilità delle regole elementari, l’andare controcorrente, porta a mettere spesso nelle mani altrui la propria vita e le proprie decisioni, mani che non sono sempre saggezza e potrebbero portare alla soglia della dipendenza forzata.
Solo a Dio, nella sua infinita bontà che sorregge tutto e tutti indistintamente, potremmo affidare la nostra vita, le nostre decisioni, il nostro futuro, sicuri, che saprebbe arrivare nella vita di tutti arricchendoci d’infinite risorse e migliorando i rapporti tra gli uomini.
Se l’uomo sapesse organizzare come solo Dio sa fare senza sfarzo, senza interessi personali, creerebbe quel tessuto che sicuramente saprebbe ridurre le distanze che ci allontanano da quel sano principio di vita.
La morale invece sembra diventata una triste parola, la vergogna un abito smesso, e al loro posto la spudoratezza che spinge l’uomo a lanciarsi alla scoperta delle trasgressioni e alle emozioni forti non sempre consentite.
Io, un perché logico di questo sfacelo non lo conosco.
Ricordo con nostalgia e rimpianto un caro amico che è stato privato del padre in tenera età per colpa della vergogna, la stessa che oggi non uccide più, ma che è diventata appunto un abito smesso.
Mi duole, ma questo è il concetto.
La vita continuerà ad essere di qualità sempre più scadente finche il sentimento di odio, potere, ricchezza, egoismo non morirà e con lui, tutte le vane glorie terrene, il resto è nelle mani di Dio.
Un abbraccio
Paolo
La scatola di biscotti...
Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un
grande aeroporto.
Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare
un libro per ammazzare il tempo.
Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per
stare piu tranquilla.
Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un
signore che stava leggendo il giornale.
Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne
prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo
libro.
Tra sé pensò: 'ma tu guarda, se solo avessi un po più di coraggio gli
avrei già dato un pugno...'
Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei,
senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui.
Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò:
'ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti
tutti!!'
L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! 'Ah!, questo è
troppo' pensò e cominciò a sbuffare indignata, si prese le sue cose, il
libro, la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in
una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed
evitare altri dispiaceri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando
nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel
suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti
uguale al suo era di quell'uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i
suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al
contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita
nell'orgoglio.
LA MORALE:
Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti
di un altro senza saperlo?
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare
male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono
come sembrano!!!!
Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO:
Una pietra dopo averla lanciata. Una parola dopo averla detta. Un'opportunità dopo averla persa.
Il tempo dopo esser passato. L'amore per chi non lotta.
ricordo anche che "qualcuno" una volta ha detto:
Lavora come se non avessi bisogno dei soldi. Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire.
Balla come se nessuno ti stesse guardando. Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.
A tutto questo non posso e non devo aggiungere nulla...soltanto la vostra sensibilità darà valore a quanto scritto....
BUONA PROSEGUIMENTO DEL CAMMINO
Un Abbraccio
Paolo
Regalare un sorriso..il primo passo verso un mondo migliore
Ho sempre pensato che regalare un sorriso fosse un gesto pieno di significato, non solo per chi lo fa ma anche per chi lo riceve, una specie di stella che brilla nel sempre piu' pallido grigiore della vita quotidiana, dove si vedono piu' visi deformati dalle preoccupazioni che occhi ridenti.
Un sorriso e' come un arcobaleno che nasce all'improvviso e quando e' sincero e' in grado di illuminare, anche se per un breve istante, qualsiasi anima.
Sbaglia chi pensa che se qualcuno ti sorride lo faccia per un secondo scopo o che quel sorriso non venga dal profondo del cuore...non sempre chi ci troviamo davanti ha l'abitudine di chiederti il conto per un gesto d'affetto...
I gesti d'affetto non son mai abbastanza, e quando troviamo chi con genuinita' ci dona un sorriso od un bacio non andrebbe accusata di essere priva della conoscenza del significato del Bene o dell'Amore, come se la profonda conoscenza dell'affetto si potesse misurare a seconda della quantita' di sorrisi o baci che uno elargisce.
un abbraccio..un sorriso...ed un bacio!!
Paolo
La bellezza della donna
"Perchè sono una donna"-lei le rispose.
"Non riesco a capire"-ribattè il bimbo.
Sua madre gli fece un pò di coccole,dicendogli:-"E non riuscirai mai a capire..."
Più tardi il piccolo chiese a suo padre:-Perchè la mamma piange senza una ragione?"
"Tutte le donne piangono senza ragione"-fu tutto quello che suo padre riuscì a spiegare.
Il bambino crebbe e divenne un uomo,continuando sempre a chiedersi perchè le donne piangono.
Un bel giorno decise di telefonare a Dio.
Così,quando Dio rispose,l'uomo gli chiese immediatamente:-Dio,perchè
Dio gli disse:-"Quando ho creato la donna,decisi che sarebbe stata unica.
Così l'ho dotata di spalle forti abbastanza perchè potesse portare il peso del mondo...ma sufficientemente dolci perchè riuscisse a portare il conforto.. Le ho dato la forza interiore per sopportare la fatica della procreazione.
Le ho dato l'ostinazione,che le permette di andare avanti quando tutti gli altri decidono di abbandonare.. e di occuparsi della propria famiglia malgrado la malattia e la stanchezza,senza mai lamentarsi... Le ho dato la forza per sostenere suo marito malgrado i suoi errori..e l'ho modellata a partire da una sua costola perchè potesse proteggere il suo cuore...
E, per finire,le ho dato una lacrima da fare scendere........
Questa lacrima le appartiene in maniera esclusiva perchè possa servirsene tutte le volte che vuole.
Vedi: la bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa,nel suo fisico o nel modo di pettinarsi.
La bellezza di una donna deve potersi leggere nei suoi occhi, perchè è negli occhi che si trova la porta del cuore...dove risiede l'amore.
tu..che stai in alto...
Quell’ombra che mi segue senza paura di essere scoperto, tu che mi fai sentire la tua presenza e non cerchi di nasconderti!?
La tua vicinanza mi dà sicurezza, forza e tenacia, ogni giorno che ti sento accanto e mi fai sentire capace di lottare per ciò che mi darà immensa felicità e vita!!
Tu, mia visione, che hai preso posto nella mia profonda anima, senza creare alcun disturbo,
cosa vuoi dirmi? Cosa vuoi insegnarmi? Qual è il messaggio che vuoi inviarmi?
Forse il tuo scopo è quello di darmi la vera vita? Indicarmi la strada giusta?
Se è così ti prego non lasciare che questo cammino si fermi qui, se davvero vuoi aiutarmi
non smettere mai di guidarmi perché la tua presenza per me è vita!!
Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."
Mahatma Gandhi
personalmente non grido mai...preferisco ascoltare chi grida e, internamente, sorridere a tale loro debolezza.
un abbraccio
Paolo
Tu! che mi sei sempre Vicino/a..
E cosi come questo tanti altri quesiti, a volte anche le malattie che colpiscono le persone … si portano via le più buone … e cosi tante volte il pensare a tante cose ti rovina anche la giornata, cosa fare?
Da soli qualsiasi cosa sarà sempre poco, mai abbastanza … il cuore ti si stringe sul petto e gli occhi si spogliano dal loro solito colore, il sorriso diventa una smorfia quasi disegnata su un viso dallo sguardo quasi assente … perso nel nulla che pieno di pensieri pocanzi ti abbracciava di quel senso d’impotenza di fronte alle prove della vita, finche alzo lo sguardo ed eccoti … mi ritrovo per una volta nella vita fortunato perché sei con me, amico/a ritrovato/a, e cosi tutto il brutto a cui pensavo rimane là fuori, tutto sembra svanire quasi fosse una magia.
Quel senso di benessere e serenità e di sostegno , fa sparire ogni male, ogni dolore … ridona colore ed un senso alla vita, e cosi mi illumino e riparto … perché?, perché,Amico/a mio/a, con te al mio fianco mi sento più forte!
un abbraccio...forte
Paolo Iorio
Io e Te...non serve altro..
Si! È proprio vero, l'amore è ciò che rende la vita un paradiso e tu sei l'arcobaleno nella mia vita grigia…in bianco e nero..
Amore, il mio pensiero per te non conosce riposo e quando i tuoi occhi incrociano il mio sguardo, il mio cuore palpita...forte!
Ogni tuo sorriso e un mio battito del cuore..
E’ bello sentire la tua voce calda che si distende sul mio corpo come il sole, ti prego, parlami e non smettere mai affinché il mio cuore rimanga ala caldo dei tuoi raggi.
Amore, soltanto viverti può elevare la mia anima e la mia fragile corporeità e vorrei averti qui con me, vorrei essere tra le tue braccia attaccato alle tue labbra con lo sguardo rivolto verso il tuo e dal tuo sguardo lasciarmi coccolare, sfiorare le tue mani, il tuo corpo ed inebriarmi del tuo calore, fino a sentirti dentro la mia anima..la mia anima, arida ha sete di te che non sei qui, a volte anche soltanto il ricordo delle tue labbra riesce a placare la mia sete.
Quando ti penso la natura si ferma, la luna, le stelle e il cielo e tutto il creato attendono sperando che voglia condividere con loro quel pensiero che tanto mi invidiano...ma come farò sempre, lo terrò stretto…tutto per me..per noi.
Non voglio neanche minimamente pensare a come potrebbe essere la mia vita senza di te. Una cosa è sicura: non sarebbe una vita!
Il futuro é un libro ancora da scrivere, mi farebbe piacerei che su un capitolo i sia spazio dove si raccontasse di noi...siamo troppo importanti!
Amore..dolce è il tuo respiro, dolce la tua voce, sublimi sono le tue curve splendide, ti mando un caldo bacio dove i tuoi pensieri più lo desiderano...
emozione di un abbraccio....
Paolo
Sei è sarai SEMPRE nel mio cuore!
Rivivrei ogni attimo in cui mi hai dato affetto un abbraccio un sorriso.
Fermerei ogni volta che le tue parole mi sono entrate nell'anima e mi hanno fatto star bene.
Il tempo, aimè, scorre ma nel profondo del mio cuore il bene che provo per te non vedrà mai passare i giorni.
I bei ricordi giocheranno con i miei pensieri e in me ci sarà sempre l'eterno rivivere di una gioia immensa!
Paolo Iorio
fate tutti...ma tutti..così!!!!
La Vita è un cammino che non viene fatto in modo solitario e non è possibile sapere dove andremo e quali compagni avremo lungo il tragitto.
Entrano, ad accompagnarti nel percorso, delle persone e subito ti rendi conto che loro DOVEVANO essere li........per servirti in qualche proposito, insegnarti una lezione, aiutarti a ritrovare te stesso, o aiutarti a scoprire te stesso.
Tu non sai mai chi potrebbero essere queste persone, ma quando i tuoi occhi si incroceranno con i loro, in quel momento, sarai certo che loro avranno un effetto molto profondo nella tua vita.
A volte, nel cammino della vita, ti succedono cose che al momento ti sembrano orrende, dolorose e ingiuste.
Però, se ci rifletti, comprendi che se non avessi superato quegli ostacoli, non avresti potuto dar valore al tuo potenziale, alla tua forza, alla tua volontà ed al tuo cuore. TUTTO SUCCEDE PER UNA RAGIONE.
Niente capita per caso o per buona fortuna.
Malattie, amori, momenti perduti di vera grandezza o di stupidità accadono per provare i limiti della tua anima.
Senza queste prove, la vita sarebbe una strada lineare, piatta e liscia verso nessuna destinazione.
Sicuramente sarebbe sicura e confortevole, ma noiosa e SENZA UN FINE.
Le persone che incontri hanno un effetto nella tua vita.
I successi ed i fallimenti che provi creano la tua persona e le esperienze negative hanno sempre qualcosa da insegnarti.
Infatti sono probabilmente le più importanti basta trovarne la chiave di lettura.
Se qualcuno ti fa del male, ti tradisce, o ti ferisce il cuore, PERDONALO perché ti ha aiutato ad imparare l'importanza della fiducia e ad essere attento a chi apri il tuo cuore.
Se qualcuno ti vuole bene AMALO INCONDIZIONATAMENTE, perché ti sta insegnando ad amare ed aprire il cuore e gli occhi alle piccole cose.
FA CHE OGNI GIORNO CONTI.
Apprezza ogni momento e prendi tutto ciò che puoi di esso, perché NON SI RIPETERA MAI.
Parla alla gente con cui non hai mai parlato, ed ascolta veramente.
INNAMORATI.
Guarda in alto, credi in te stesso e ripetiti che sei una GRANDE PERSONA, perché se tu non credi in te stesso, nessuno crederà in te.
Calimero…perché tale autodefinizione?
Visto che mi è stato richiesto, do la spiegazione a questo mio definirmi. Chi è Calimero. Calimero è un personaggio dell'a...
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Se potessi gestire il tempo fermerei quei momenti che ci hanno visti vicini, che ci hanno reso amici. Rivivrei ogni attimo in cui mi hai dat...
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Dicono che le piu' vere delle persone son quelle che non hanno paura di mostrare le proprie lacrime, i propri sentimenti, quelle che non...
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Visto che mi è stato richiesto, do la spiegazione a questo mio definirmi. Chi è Calimero. Calimero è un personaggio dell'a...